Con il Decreto CER 2024, per le Comunità Energetiche si stanno aprendo nuove possibilità.
In questo articolo, esploreremo insieme le regole che stanno definendo il futuro dell'autoproduzione e della condivisione di energia pulita in Italia.
La prima opzione consiste in un contributo a fondo perduto, finanziato dal Pnrr, che può coprire fino al 40% dei costi ammissibili. Questo incentivo è destinato alle comunità che ospitano impianti nei comuni con meno di 5.000 abitanti, supportando lo sviluppo di due gigawatt complessivi.
La seconda opzione si basa su una tariffa incentivante sull'energia rinnovabile prodotta e condivisa su tutto il territorio nazionale. È importante notare che entrambi i benefici sono cumulabili.
Il 24 gennaio è entrato in vigore il decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, pubblicato sul sito del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. Vediamo come funzioneranno queste novità.
Le Comunità Energetiche sono raggruppamenti di soggetti, che possono essere privati o imprese, che si uniscono per la produzione, condivisione e scambio virtuale di energia elettrica proveniente da impianti di energia rinnovabile.
L'obiettivo principale è evitare lo spreco energetico, con le comunità che condividono uno o più impianti di produzione di energia rinnovabile, facilitando uno scambio energetico.
Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin afferma: "Le Comunità Energetiche Rinnovabili e l'autoconsumo diffuso sono due pilastri fondamentali per la transizione energetica del Paese. Siamo ora più vicini al raggiungimento di questo obiettivo cruciale, che può davvero rivoluzionare lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia, potenziando la sicurezza energetica e avvicinandoci agli obiettivi climatici".
Conformemente al provvedimento, entro i successivi trenta giorni, il Ministero, previa verifica da parte dell'Arera e su proposta del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), approverà le regole operative che disciplineranno le modalità e le tempistiche per il riconoscimento degli incentivi. Il GSE, in qualità di soggetto gestore della misura, attiverà i portali entro 45 giorni dall'approvazione delle regole, facilitando la presentazione delle richieste.
Il testo del decreto individua due opzioni per promuovere lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia. La prima è un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal Pnrr, rivolto alle comunità con impianti nei comuni sotto i 5.000 abitanti, supportando lo sviluppo di due gigawatt complessivi. La seconda è una tariffa incentivante sull'energia rinnovabile prodotta e condivisa su tutto il territorio nazionale. Entrambi i benefici possono essere cumulati.
Le tariffe "premio" per gli impianti variano a seconda dei livelli di insolazione. Le regioni del Nord, come Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta e Veneto, hanno diritto a un premio di 10 euro in più per megawattora. Mentre le regioni del Centro, come Lazio, Marche, Toscana, Umbria e Abruzzo, riceveranno un premio leggermente ridotto di 4 euro.
Attraverso questo provvedimento, si mira a favorire lo sviluppo complessivo di 5 gigawatt di impianti di produzione di energia rinnovabile. Il GSE fornirà documenti informativi sul proprio sito ufficiale, insieme a guide informative e canali di supporto dedicati per assistere gli utenti nella costituzione delle Comunità Energetiche.
Il decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili rappresenta un'opportunità concreta per la crescita sostenibile e l'adozione diffusa di fonti energetiche pulite, contribuendo in modo significativo al panorama energetico e ambientale dell'Italia.
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